Quello delle 15

(Eleonora Marabini)

Mi fa schifo.
Lui, intendo.
Aspetta che salga a Trecavi, e io salgo sempre a Trecavi, la stazione più piccola e poco raccomandabile che vi possiate immaginare.
Una volta, nel sottopassaggio ho visto uno che ciondolava. Ubriaco? Tossico? Ah, io ho fatto tutto il binario di corsa, non so chi fosse ma l’incontro non mi è piaciuto per niente.
Il regionale delle 15.00 è la mia croce.
Il regionale e il suo puzzo di ascella, rigurgito, il suo forte odore di gente.
Io salgo a Trecavi e scendo a Santo, per tutto il tragitto dormo.
E lui, questo tizio che mi fa schifo, ovviamente si piazza accanto a me e mi guarda dormire.
A volte finge di dormire con me.
Si mette nel sedile di fronte o in quello vicino, mi guarda come se non avesse mai visto una donna in vita sua e chiude gli occhi. Non dorme, finge soltanto. Come se mi imitasse.
Chissà a cosa pensa, mentre sta lì.
Ah giusto, vi ho detto perché mi fa così schifo?

Quando mi si mette di fianco sento la puzza, ma una puzza che io credo non si lavi dagli anni ‘70 per come è vestito e conciato. 


Un misto di rancido, marjuana, sudore che sa da ragù e pipì di gatto, avete presente quel sentore ammoniacale? Una roba che non ci si sta!
Allora mi rannicchio verso il finestrino e incasso la testa tra le spalle per cercare di isolare il mio povero sensibile naso il più possibile, ma così non lo vedo proprio più e quindi non sto molto tranquilla perché non so cosa combina dietro la mia schiena.
Per fortuna che Trenitalia ha una così buona manutenzione dei suoi mezzi che i finestrini sono talmente “puliti”, che fanno specchio, e riesco ogni tanto ad aprire mezzo occhio e a tenere controllato sto BARBONE che continua a far finta di dormire con la testa ciondolante sul petto e uno schifosissimo rivolo di bava che ogni tanto gli scende dal labbro inferiore e, attraversando la barba incolta, arriva fino al bavero di quella specie di montone unto e bisunto che porta inverno e estate, io non so come faccia!

Non è che vada meglio quando mi si piazza di fronte, eh?
Non è proprio un bello spettacolo! Deve essere nato col labbro leporino ‘sto straccione e quindi dorme, si fa sempre per dire, con la bocca aperta e il labbro inferiore completamente rilasciato. 

Ma la cosa peggiore sono i denti! Marci, neri e gialli che sembra abbia del cerume al posto delle gengive.
Una volta che mi ha sorpreso a guardarlo, mentre mi alzavo per scendere a Santo, mi ha letteralmente terrorizzato e disgustato con un improvviso sorriso da incubo, dove tutto ciò che non ti aspetti di vedere in una bocca umana era concentrato lì davanti ai miei occhi!
E a proposito di occhi! I suoi occhi sono come incassati nelle orbite, due buchi neri e cisposi incorniciati da lunghissime sopracciglia cespugliose come fil di ferro.
L’unica volta che ne ho visto il colore è stato durante l’uscita da una delle tante gallerie che passiamo, un raggio di sole lo ha illuminato in pieno volto. Aveva gli occhi aperti e fissi su di me, e non avrei mai pensato di vedere occhi così grigi, un colore quasi innaturale, quasi come fosse cieco, anche se so MOLTO bene che non lo è.

Lo so perché quest’estate, in una giornata particolarmente calda, avevo una maglietta scollata Comunque quella volta mi si piazzò di fronte e continuava insistentemente e guardarmi il seno attraverso la stoffa leggera, sempre ad occhi socchiusi s’intende, facendo sempre finta di dormire. 

Io non sapevo come fare, non mi ero nemmeno presa una giacca o qualcosa per coprirmi, quindi adottai la mia solita tecnica di difesa di rannicchiarmi sul sedile, portando le ginocchia al petto… non l’avessi mai fatto!
Solo dopo mi accorsi che avevo sì nascosto il seno, ma avevo esposto ben altra grazia al suo sguardo attraverso il jeans leggero!
Fu l’unica volta che lo vidi alzarsi dal sedile e dirigersi verso il bagno e non voglio nemmeno pensare a cosa sia andato a fare! Sta di fatto che quando tornò aveva la lampo di quegli orrendi pantaloni, abbassata!
Che poi perché ci ho guardato non lo so!
Quella fu la prima e l’unica volta che mi sembrò che stesse per dire qualcosa, ma per fortuna proprio in quel momento, arrivò il controllore e lui dovette subito sistemarsi. 

Resta il fatto che lo schifo più schifo è questa pessima routine che si è venuta a creare tra di noi. L’altro giorno non c’era sul treno e io, invece di sentirmi sollevata, mi sono quasi preoccupata del fatto che potesse essersi ammalato o peggio, poi invece, quando è salito di corsa al fischio del capotreno ho preso un respiro di sollievo… ma sarò cretina dico io?!?!?! 

Poi, è successo. Due giorni fa non era sul treno. Quando siamo partiti ho guardato tutto il binario per vedere se, come l’altra volta, fosse solo arrivato un po’ troppo in ritardo per salire, ma la stazione era deserta, come ogni giorno del resto, nulla di nuovo, ma lui non c’era.
Una miriade di pensieri mi hanno attraversato la mente: 

che sarà successo? 

Si sarà addormentato? 

Ma si, dai, non preoccuparti, non gli è successo nulla di grave, vedrai che domani torna… 

ma poi perché ti preoccupi? Bho, che scema! 

E se poi è stato picchiato? Proprio la settimana scorsa ho letto di un barbone che è stato ammazzato di botte solo perché si era messo a dormire davanti al negozio di un mezzo nazi e questo l’aveva presa male. 

Ma vedrai che domani c’è.

E invece ieri non c’era! Sono anche arrivata prima in stazione per farmi tutto il giro, sfidando il maledetto sottopassaggio passo dopo passo, guardando in tutti gli angoli bui. Sono anche entrata nel malfamatissimo bar a chiedere se lo avessero visto e mi sono anche beccata della pazza perché stavo cercando un barbone! Che ci sarà di male, poi? 

Una non può preoccuparsi se all’improvviso una persona che vede tutti i santi giorni svanisce nel nulla?
Sono stata sul binario fino all’ultimo secondo, maledicendo il lavoro e pensando anche di non andare per farmi il giro di Trecavi a vedere se lo trovavo da qualche parte, ma poi sono salita e sono andata a sedere al solito posto, sovrappensiero, continuando a guardare fuori che magari lo vedevo nei dintorni della stazione.

Anche oggi sono arrivata prima, nel tragitto fino alla stazione ho osservato in giro, mi sembravo Crudelia Demon quando è alla caccia dei cani dalmata, ci mancava solo che mi mettessi ad annusare l’aria, avete presente?
Ho affrontato di nuovo il sottopassaggio, ho anche guardato nel vano dell’ascensore, cioè, dove una volta c’era l’ascensore perché saranno almeno 5 anni da quando si è rotta e non l’hanno mai più rimessa in sesto.
Ma…metti che sia caduto lì? Ho pensato vedendo quel vano nero aperto, sbarrato solamente da un nastro di plastica bianco e rosso accasciato a terra. Quindi, mi sono detta, bando alle vertigini e diamo un’occhiata.
Ma la luce della torcia del telefonino era troppo debole per penetrare fino in fondo, quindi mi è rimasto uno sgradevole dubbio.

Ho percorso tutto il binario avanti e indietro 3 volte, ma mi son dovuta rassegnare e salire. Quando ho raggiunto il mio, il nostro, posto però, era già occupato da uno. Che poi… c’era qualcuno anche ieri?
“Buongiorno, permesso” gli dico, perché stava in uno dei posti lato corridoio con le gambe completamente allungate e non riuscivo a passare.
“Mi scusi” ha farfugliato, alzandosi e sedendosi di fronte lato finestrino. Ma perché si è messo proprio qui? C’è il treno praticamente vuoto, possibile che li becco tutti io gli strambi?
E anche questo è strambo forte!
Ha un’accozzaglia di vestiti addosso, sarà daltonico perché gli abbinamenti sono proprio da bocciare! Pantalone verde smeraldo, felpa arancione e giacca argento, mi sembra pure una giacca da donna!
Però almeno questo è pulito. Non profuma, questo no, ma nemmeno mi leva il fiato con l’olezzo che emanava il mio amico là. Chissà che gli è successo…

Pure il nuovo strambo se la dorme beato, dev’essere quello delle 15, avrà un che di soporifero, sarà la digestione. Mi dà l’occasione di osservarlo bene, capelli corti, sale e pepe, viso glabro, mamma mia se è magro però… 

Eccallà che il treno s’è fermato! Ogni tanto capita.
Un daino o un cinghiale che attraversano inavvertitamente il binario quando passiamo per il bosco e quindi bisogna fermare tutto, arriva la forestale, tirano via il povero animale e finalmente possiamo ripartire,
dai che qui c’è gente che deve andare a lavorare! 

Il sole sta già calando e i raggi arrivano proprio dritti in faccia a… non è possibile.
No, dai, ho visto male.
Maledette gallerie, adesso è buio pesto che le luci qui le riparano nell’anno del mai. Ecco, tra poco usciamo…
Oddio, quegli occhi!
No, dai, non ci credo. Occhi grigi, che mi fissano, si è accorto che l’ho notato e mi sorride.
Denti neri e gialli.

Sto pezzo di merda! Mi sono… come… raggelata! Ci sono rimasta malissimo, credetemi!
Si è solo andato a ripulire! E mi avrà pure perculato ieri, perché si, anche ieri era sul treno ora che me ne rendo conto, ma io ero talmente presa dai miei pensieri che non l’ho proprio considerato!
Come se la sarà goduta!
Adesso sa che l’ho cercato, avrà capito che mi sono preoccupata per lui! Che vergogna!
Non riesco più a guardarlo in faccia!
Sta testa di cazzo…e ora?!
Per fortuna siamo quasi arrivati a Santo!
Ah, ma gliela faccio pagare! Eccome! Mi fa dannare, giro due giorni come una cretina, lo cerco dappertutto e lui che fa? Si va a fare il bagnetto!

Monica, la mia collega stronza, mi ha sempre chiesto il cambio, l’invidiosa, è da anni che vuole il turno del pomeriggio! Adesso faccio contenta lei e frego l’altro stronzo!
Addio regionale delle 15.
A mai più rivederci.